La tomografia ottica a radiazione coerente OCT è stata introdotta in Oculistica da pochi anni. Dal 2006 gli OCT spectral domain ad alta risoluzione hanno apportato dei miglioramenti importanti alle immagini retiniche e del nervo ottico. Il Professore Bruno Lumbroso è stato uno dei primi ad utilizzare queste nuove tecnologie. Ha organizzato corsi di insegnamento ed ha scritto Manuali e Libri scientifici sull’interpretazione dei nuovi OCT. Due di questi volumi sono stati tradotti in America.
Che cos’è l’OCT?
L’OCT è una tecnica di diagnosi per immagini che utilizza raggi di luce coerente e che permette l’analisi delle strutture retiniche mediante sezioni tomografiche verticali ad alta risoluzione della retina. Mentre la fluorangiografia e l’angiografia al verde di indocianina permettono di visualizzare gli strati della corioretina (semplificando molto la retina per la fluorangiografia e la coroide per la videoangiografia al verde di indocianina), l’OCT permette di visualizzare delle sezioni della retina.
In breve tempo ha permesso di ampliare in modo notevole le nostre conoscenze sulle malattie retiniche e sul glaucoma. Le esperienze accumulate ed i miglioramenti tecnici (siamo già alla V generazione spectral domain di strumenti OCT) rendono sempre più utile ed affidabile questa tecnica non invasiva, che, data la sua alta precisione, è diventata indispensabile permettendo di completare l’esame fluorangiografico e, in certi casi, di sostituirlo.
Immagini in bianco e nero o a colori.
l’OCT può dare immagini a colori o in bianco e nero, cioè con la scala dei grigi. Queste immagini sembrano meno belle di quelle a colori ma sono molto più utili per gli specialisti perché permettono di studiare dei dettagli che non sono evidenti sulle immagini a colori. Per questo i referti OCT destinati ad altri oculisti hanno quasi sempre immagini in bianco e nero.
Che cos’è l’OCT spectral domain ad alta risoluzione?
Gli OCT spectral domain ad alta risoluzione adoperano delle tecniche modernissime per studiare i tessuti della retina. I raggi luminosi degli strumenti Spectral Domain, dopo aver attraversato gli strati retinici vengono riflessi verso lo spettrometro dello strumento che li scompone in armoniche. Queste armoniche vengono studiate dallo Software che ricostruisce gli strati retinici con altissima precisione ed in pochi centesimi di secondo. I vantaggi sugli OCT classici della precedente generazione sono dovuti alla alta definizione degli strumenti ed alla estrema rapidità dell’esame che evita gli artefatti di movimento ed è molto più riposante per il paziente. Gli OCT spectral domain ad alta risoluzione hanno apportato dei miglioramenti importanti alle immagini della retina e del nervo ottico.
Che cos’è l’OCT tridimensionale?
Molti OCT Spectral Domain ma non tutti, possono darci delle immagini tridimensionali. Queste immagini in rilievo sono utilissime per lo studio delle malattie retiniche e del nervo ottico. Fra le immagini tridimensionali possiamo anche citare le immagini c scan . Mentre le immagini OCT normali sezionano la retina sagittalmente cioè dall’avanti verso il dietro, le c scan ci danno delle sezioni frontali o trasversali, a 90° delle immagini normali. Queste sezioni trasversali o frontali portano delle indicazioni molto importanti in certe patologie come i fori maculari, pseudo fori, edemi retinici, membrane neovascolari.
Il Dr. Lorenzo Rapisarda insieme ad altri 13 Chirurghi nazionali è stato invitato a testare un nuovo sistema e a capire se può essere utilizzato ad alta scala per approfondimenti su tutte le patologie oculari. Nello specifico, questi 2 giorni di lavoro, sono stati dedicati alla Degenerazione Maculare senile di tipo umido, quindi Maculopatia Essudativa, sulla Retinopatia Diabetica e sulle Trombosi Retiniche. Queste patologie sono state scandagliate con tecnologie molto avanzate di inteliggenza artificiale. Grazie ad un Avatar si esegue una visita completa ad un paziente virtuale dotato di inteliggenza artificiale a cui si possono rivolgere tante domande e quest’ultimo risponde in maniera attenta e precisa. Tutto sotto l’attenzione di 3 tutor di fama nazionale in modo da eseguire una visita meticolosa su quelli che sono le interpretazioni degli esami che ci espone il paziente e degli esami da richiedere in modo da seguire la decorrenza della patologia al meglio. Questo è il metodo più innovativo per l’aggiornamento professionale in oculistica.
Lo studio “Rapisarda Oculisti” da sempre si occupa dell’approfondimento di malattie retiniche e l’aggiornamento continuo fatto dallo studio “Rapisarda Oculisti” rappresenta un passo di fondamentale importanza per portare innovazione alle terapie in modo da proporle ai propri pazienti.
L’angiografia OCT rappresenta lo strumento diagnostico oculistico più avanzato nel mercato mondiale. Rispetto all’OCT L’Angio OCT ci permette di studiare la vascolarizzazione dei diversi strati retinici e della Coroide senza la necessità di utilizzare mezzi di contrasto. Questo studio in passato si poteva eseguire solo con la Florangiografia retinica inoltre ci permette di visualizzare i neovasi nella degenerazione maculare senile, capirne la loro evoluzione dopo terapia intravitreale di farmaci anti vegf. Ci permette di valutare le aree di Ischemia nelle malattie vascolari come il diabete e le occlusioni vascolari. Nel paziente glaucomatoso ci permette di studiare la densità dei vasi superficiali perripapillari e della papilla ottica. Nel paziente con Miopia elevata ci permette di riconoscere la presenza di membrane vascolari. L’Angio OCT inoltre a differenza della Florangiografia offre una rappresentazione tridimensionale permettendo una visualizzazione delle diverse reti capillari. L’Angio OCT rappresenta la fusione tra OCT e Florangiografia con la possibilità di evitare la somministrazione di mezzi di contrasto endovenoso che potrebbero portare a reazioni avverse anche estremamente pericolose per la salute. Noi dello studio “Rapisarda Oculisti” dopo aver partecipato negli ultimi 3 anni a tutti gli appuntamenti nazionali ed internazionali riguardanti l’Angio OCT abbiamo deciso di acquistare questo tipo di strumentazione perché la riteniamo la più avanzata tecnica diagnostica per lo studio delle malattie retinica. È inoltre questa può essere utilizzata su pazienti con patologie cardiache, patologie polmonari, patologia redali e su donne in gravidanza senza correre alcun rischio.
Cos’è l’ecografia bulbare?
L’ecografia bulbare esplora le strutture interne dell’occhio (corpo vitreo, cristallino, retina, ecc.)
Cos’è, invece, l’ecografia orbitaria?
L’ecografia orbitaria esplora i tessuti presenti nella cavità orbitaria (muscoli extraoculari, grasso orbitario).
Su quale principio si basa?
Si avvale di ultrasuoni, ossia della trasmissione di onde acustiche ad alta frequenza nell’occhio, che poi vengono riflesse dai tessuti oculari e, infine, osservate su uno schermo. Con un meccanismo simile a quello dell’eco e dei radar si riescono così a rendere visibili le strutture oculari interne senza danneggiarle in alcun modo.
Quando serve?
Tale esame è molto utile soprattutto in presenza di opacità della cornea, del cristallino o del corpo vitreo. Viene eseguita quando il normale esame non può essere effettuato per l’impossibilità del passaggio di luce all’interno dell’occhio, nei distacchi di retina, per la ricerca di corpi estranei e per lo studio di nuove formazioni benigne o maligne (tumori). L’ecografia è l’esame fondamentale per lo studio della patologia orbitaria che insieme alla TC e alla RM sono le uniche che permettono di visualizzare il contenuto orbitario.
Come si effettua l’esame?
L’esame viene effettuato interponendo del gel tra le palpebre e la sonda per migliorare il passaggio del segnale degli ultrasuoni. Quindi con una sonda si ‘esplorano’ i tessuti molli all’interno del bulbo oculare o dell’orbita. L’ecografia A-scan viene utilizzata per misurare la lunghezza del bulbo oculare (lunghezza assiale) ed è utile per distinguere il tessuto oculare anomalo da quello normale. L’ecografia B-scan, invece, mostra un’immagine a due dimensioni: permette l’esplorazione dei piani assiale, longitudinale e trasverso. L’immagine è molto simile a una sezione anatomica. Si ha oltrettutto la possibilità di misurare la grandezza delle strutture oculari e delle formazioni patologiche potendole confrontare nel tempo.
Può comportare effetti indesiderati?
L’ecografia bulbare e orbitaria è un esame che non comporta rischi. Può essere ripetuta più volte, anche a distanza di pochi giorni, in modo da monitorare efficacemente l’evoluzione della patologia in esame.