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Glaucoma. Quali sono i suoi sintomi?

25 Settembre 2018

Quali sintomi provoca all’inizio?

E’ una malattia che non da sintomi e dunque il pericolo maggiore è rappresentato dalla mancanza di segnali che possono destare sospetti, esclusa la forma acuta che provoca fortissimi dolori. Il campo visivo si restringe progressivamente e dunque non viene notato all’inizio. E’ pertanto indispensabile, dopo i 35 anni, sottoporsi ad un controllo del tono oculare dall’oculista, E questo soprattutto per i familiari dei glaucomatosi poiché spesso si tratta di una malattia familiare.



Come si fa la diagnosi di glaucoma?

Solo l’oculista, misurata la pressione e controllato il campo visivo, riesce a fare una diagnosi, soprattutto all’inizio della malattia quando è importante riconoscerla per curarla, prima della comparsa di disturbi irreversibili.

 

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24 Settembre 2018

Che cos’è?

Il glaucoma è una malattia oculare causata dall’aumento della pressione interna dell’occhio e da danni al nervo ottico. L’occhio è una sfera piena di liquido normalmente sotto pressione che gli permette di mantenere una forma sferica, come la pressione delle gomme di un’automobile permette loro di mantenere la loro forma. Il liquido prodotto nell’occhio viene normalmente evacuato attraverso un filtro chiamato trabecolato. Se la pressione dell’occhio è troppo elevata, vi é compressione delle strutture oculari, soprattutto del nervo ottico, provocando prima una lieve depressione del disco ottico poi una escavazione profonda di questo con una atrofia delle sue fibre, e grave pericolo per la vista.

Ipertono Oculare e Glaucoma significano la stessa cosa?
Cosa comporta l’aumento della pressione oculare?

L’atrofia delle fibre nervose porta ad una riduzione dell’ampiezza del campo visivo. Questa riduzione é molto lenta e, all’inizio della malattia, non viene notata ma il restringimento progressivo del campo visivo può portare alla cecità nei casi più gravi.

Esiste un solo tipo di Glaucoma?

No, ne esistono almeno quattro, nei quali l’aumento della pressione oculare è dovuto a varie modalità di ostruzione delle vie di deflusso, cioè del trabecolato, la valvola di sicurezza dell’occhio.

  1. Il glaucoma cronico ad angolo aperto, dove vi è un intasamento lento del filtro chiamato trabecolato, è il più frequente. Inizia molto subdolamente fra i 35 e 45 anni, senza dolore né annebbiamento e provoca un restringimento lento, progressivo ed irreversibile del campo visivo.
  2. Il glaucoma acuto, nel quale le vie di deflusso vengono chiuse brutalmente dalla base dell’iride, ha un inizio acuto con annebbiamento visivo, dolori, pupilla dilatata. E’ necessario un intervento urgente, prima con medicine e colliri, poi con Laser, per evitare la cecità. Spesso la crisi acuta é preceduta da crisi minori durante le’quali il paziente vede aloni colorati intorno alle luci.
  3. Altre forme meno frequenti sono il glaucoma congenito, dovuto ad un difetto congenito del trabecolato, ed i glaucomi secondari, che compaiono dopo interventi agli occhi, contusioni del bulbo, infiammazioni, uveiti.

Che cosa provoca l’aumento della pressione oculare?

Il liquido prodotto nell’occhio viene continuamente eliminato attraverso un filtro detto “trabecolato”. Quando questo filtro si intasa la pressione oculare aumenta provocando un danno alle fibre nervose della retina.



Fino a quale limite si può definire normale la pressione dell’occhio?

La pressione o tono oculare dell’occhio può variare ma al di sopra dei 21 mm di Hg è considerata troppo elevata, dunque patologica. Esistono tuttavia dei glaucomi a pressione bassa, i cosiddetti glaucomi “senza pressione”, dove si notano danni a campo visivo ed al nervo ottico senza che la pressione sia alta. Si pensa che in questi casi intervenga anche un disturbo della circolazione capillare del nervo ottico.

Quando compare il glaucoma?

La forma più frequente di glaucoma si riscontra dai 45 anni in ‘poi ma esistono del le forme che si manifestano anche nei bambini e nei giovani.


Glaucoma visivo normale

Campo visivo glaucomatoso

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20 Settembre 2018

Oggi per poter intervenire chirurgicamente  non si aspetta più l’opacizzazione completa del cristallino ma l’intervento va eseguito non appena la qualità di vita del paziente incomincia a ridursi. La cataratta va operata quando il deficit visivo che provoca non è più sufficiente alle esigenze del paziente o quando il procrastinare l’intervento aumenterebbe i rischi operatori legati a una maggiore resistenza del cristallino. Ci sono dei casi in cui la cataratta potrebbe dare luogo ad altre patologie oculari (come il glaucoma). Il compito del medico è quello di decidere assieme al paziente il momento migliore per l’intervento.

Ci sono complicazioni dovute all’intervento?

La cataratta è l’intervento chirurgico più diffuso al mondo e le tecniche attuali hanno ridotto di molto i rischi intraoperatori (0,01% circa). Le complicanze possono riguardare sia l’atto operatorio che il periodo successivo. Per quanto riguarda il momento chirurgico ci possono essere problemi alle altre strutture oculari che, nella maggior parte dei casi, non influenzano il risultato funzionale; tuttavia, potrebbero complicare l’intervento chirurgico stesso.

Quali sono gli accorgimenti da prendere dopo l’operazione?

Si deve evitare di sfregare l’occhio e di dormire sullo stesso lato dell’occhio operato. È importante instillare i colliri prescritti dal medico ed evitare gli sforzi fisici (come sollevare dei pesi). Si consiglia l’uso di occhiali da sole a causa dell’ipersensibilità alla luce. Inoltre, è importante che il paziente si sottoponga ai controlli stabiliti dal medico, poiché è alto il rischio d’infezione nelle due settimane che seguono l’intervento.

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19 Settembre 2018

In passato l’intervento di cataratta prevedeva la completa rimozione del cristallino con il suo sacco e poi un impianto di 1 cristallino rigido all’interno dell’occhio con un buon recupero visivo dopo 6 o 7 mesi dall’intervento. Dagli anni 90 in poi con l’avvento della facoemulficazione, quindi della frantumazione dell’aspirazione per mezzo di ultrasuoni della cataratta ha permesso di mantenere la capsula del cristallino nell’ubicazione originale e poter inserire all’interno di questo il cristallino ripiegato in tre parti artificiali. Le dimensioni dell’incisione sono estremamente piccole parliamo di 2 millimetri e 4 nella routine quotidiana e il paziente può già essere sbandato il giorno dopo l’intervento e iniziare a vedere in maniere estraneamente perfetta già da una settimana dopo l’intervento. Negli ultimi 3 anni è stato messo a punto un nuovo sistema che viene in aiuto del chirurgo per l’intervento di cataratta, esso si chiama femtocataratt o cataratta femto assistita o cataratta eseguita con il laser. Quest’ultimo ci permette di eseguire le incisioni, la capsuloressi, di fremmentare i pezzettini di cristallino all’interno del suo sacchetto fisiologico in modo che il chirurgo entra all’interno dell’occhio con l’aspiratore e ripulire totalmente la cataratta senza apportare manovre importanti all’interno dell’occhio. In questo modo si riducono notevolmente tutte le problematiche legate all’intervento chirurgico. Inoltre, essendo eseguito da un laser collegato ad un computer si ha un risultato molto migliore rispetto ad un intervento eseguito a mani libere da parte di un chirurgo. Questo tipo di intervento risulta in assoluto il più innovativo al mondo e noi, Rapisarda Oculisti, abbiamo la fortuna di poter utilizzare il laser più evoluto al mondo, quello della piattaforma Alcon, che rappresenta sicurezza e precisione. Alla fine dell’intervento si può decidere di impiantare dei cristallini tali che ci permetteranno di vedere in maniera impeccabile sia da lontano che da vicino.

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