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Retinopatia diabetica. Come si cura?

23 Ottobre 2018

Il miglior trattamento consiste nel prevenire lo sviluppo della retinopatia. Frequenti controlli della glicemia per evitarne gli sbalzi riducono molto il rischio a lungo termine di perdere la vista.
Se esistono problemi di alta pressione arteriosa o di elevate concentrazioni di grassi nel sangue, essi devono essere normalizzati.



E’ dimostrato che una diagnosi ed un trattamento precoci rappresentano la migliore protezione contro la perdita della vista.

Un precoce trattamento della retinopatia può rallentare o prevenirne la progressione.
Con la fotocoagulazione laser si può ridurre l’edema retinico maculare, migliorando in genere almeno parzialmente la vista. Il laser distrugge inoltre le aree ischemiche che stimolano la crescita di vasi anomali.

In caso di emorragie endoculari persistenti o distacco retinico trazionale è indicato l’intervento chirurgico di vitrectomia.
Al giorno d’oggi, solo una piccola percentuale (6%) di coloro che sviluppano una retinopatia soffre di gravi problemi visivi.

Noi dello studio “Rapisarda Oculisti”, da sempre ci occupiamo dello studio della Retinopatia diabetica con l’utilizzo di strumentazione di ultimissima generazione. Contattaci per una visita.


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22 Ottobre 2018

Nonostante che la retinopatia diabetica può danneggiare in maniera irreversibile la vista, questo non avviene immediatamente. Infatti la forma precoce di R.D. detta non proliferante o del “background” spesso è asintomatica.

  • Se la forma non proliferante o retinopatia del background si associa ad edema maculare si può avere una graduale degenerazione della visione sia per lontano che per vicino.
  • In caso di retinopatia diabetica proliferante la vista può presentare delle zone di discontinuità o può scomparire completamente.

Clear visionDiabetic retinopathy

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18 Ottobre 2018

Il diabete è una malattia provocata dall’incapacità dell’organismo di utilizzare gli zuccheri in maniera corretta, per cui si ritrovano alte concentrazioni di glucosio nel sangue (iperglicemia).

L’iperglicemia danneggia i vasi sanguigni di tutto l’organismo e in particolar modo quelli di minor diametro, compresi i capillari della retina. Le complicanze oculari del diabete, dette appunto retinopatia diabetica, possono portare alla perdita parziale o anche totale della vista.

Quali forme di retinopatia sono provocate dal diabete?

La microangiopatia diabetica è un’importante complicanza, che interessa i piccoli vasi di diversi organi e si può verificare, a lungo termine, nei soggetti affetti da diabete mellito con controllo non ottimale.
La retinopatia è l’aspetto più conosciuto della microangiopatia diabetica e costituisce un problema di notevole rilevanza: secondo alcuni dati, dopo circa 20 anni di malattia, un’alta percentuale di pazienti affetti da diabete mellito di I tipo (insulino-dipendente) e un certo numero di quelli con diabete mellito di II tipo (non-insulino-dipendente) hanno un qualche grado di retinopatia, portando il diabete mellito tra le principali cause dei disturbi della vista e della cecità legale nella società occidentale.
Infatti circa il 4% dei pazienti con diabete insorto prima dei 30 anni (I tipo) da un punto di vista legale sono ciechi e nel 90% di questi la cecità è attribuibile alla retinopatia diabetica. Allo stesso modo sono legalmente ciechi circa il 2% dei pazienti con diabete mellito insorto dopo i 30 anni (II tipo) e, in 1/3 dei casi, la cecità, anche qui, è attribuibile alla retinopatia diabetica. Si stima, inoltre, che la retinopatia diabetica sia la causa più frequente di nuovi casi di cecità negli adulti di età compresa tra 20 e 75 anni.
La prevalenza della retinopatia è strettamente correlata alla durata del diabete e con il grado di compenso metabolico.

Esistono due tipi di retinopatia diabetica:



  • Forma non proliferante. I vasi alterati presentano zone di indebolimento, con dilatazione della parete (microaneurismi) e possono sanguinare producendo emorragie retiniche. Successivamente possono crearsi edema e/o ischemia.
    L’edema si verifica quando dalle pareti alterate dei capillari trasuda del liquido. Questo fluido provoca un rigonfiamento della retina (edema) o l’accumulo di grassi e proteine (essudati duri).
    L’ischemia è il risultato dell’occlusione dei vasi capillari; la retina, ricevendo sangue in quantità insufficiente, non riesce a funzionare correttamente. Ciò favorisce il passaggio alla forma proliferante.


  • Forma proliferante. Quando i capillari retinici occlusi sono numerosi, compaiono ampie zone di sofferenza retinica (aree ischemiche ed essudati molli o cotton-wool spots). Queste zone di retina sofferente, nel tentativo di supplire alla ridotta ossigenazione, reagiscono stimolando la crescita di nuovi vasi sanguigni. Sfortunatamente questi neovasi sono anomali perché hanno una parete molto fragile e crescono a caso sulla superficie della retina. Essi sanguinano facilmente, dando luogo a emorragie vitreali, e portano alla formazione di tessuto cicatriziale, il quale, contraendosi progressivamente, può provocare il raggrinzimento e/o il distacco della retina.

 
Neovasi della papilla

Emovitreo

Naturalmente, con le terapie intensive oggi a disposizione, il rischio potrebbe ridursi notevolmente.
Per i motivi sopra descritti l’osservazione del fondo oculare è un momento essenziale nella visita del paziente con diabete mellito.
Lo studio del microcircolo può essere completato con lo studio morfologico del distretto congiuntivale e della plica ungueale.

Alcuni strumenti per lo studio del microcircolo viene effettuato tramite:

  • oftalmoscopia diretta ed indiretta
  • retinografia
  • angiografia a fluorescenza standard (fluorangiografia)
  • videoangiografia
  • capillaroscopia

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16 Ottobre 2018

Questa è una retinopatia proliferativa che colpisce i nati pretermine di basso peso alla nascita che vengono esposti ad alta concentrazione di ossigeno. I bambini nati prima della 31ª settimana di gestazione o con un peso inferiore a 1,5 kg devono essere controllati per ricercare la presenza di una Retinopatia del prematuro.

Uno screening  prima  della 31ª settimana di gestazione è tuttavia spesso di scarso valore per la difficoltà di dilatazione pupillare e di visualizzazione del fondo a causa della tunica vascolare del cristallino. Il controllo dei nati prematuri dovrebbero essere condotti tra la 6ª e la 7ª settimana di vita o alla 34ª settimana dopo il concepimento ma non prima della 5ª settimana di vita per individuare l’esordio della forma iniziale. Successivamente vanno esegui i controlli ogni 2 settimane finché la vascolarizzazione retinica non raggiunge la zona 3.

Altre complicanze sistemiche come l’emorragia intraventricolari possono aumentare il rischio di Retinopatia del prematuro. La pupilla di un neonato  pretermine  dovrebbe essere  dilatata con collirio ciclopentolato allo 0,5 %. Per quanto riguarda il trattamento la crioterapia o la Fotocoagulazione Laser per distruggere la retina immatura avascolare è indicata nei neonati affetti dalla “forma soglia” ( si intende la situazione in cui sono presenti 5 ore contigue o 8 ore non contigue di neovascolarizzazione extra retinica nella zona 1 0 2). Queste tecniche hanno successo nell’85 % dei casi e il restante  15 % dei casi può andare incontro a un distacco di retina nonostante il trattamento.  La chirurgia Vitroretinica per distacco di Retina trazionale determina generalmente uno scarso esito.

La Retinopatia del prematuro può essere anche cicatriziale, il 20% circa dei neonati affetti da retinopatia prematuro attiva, sviluppa complicanze cicatriziali che possono variare  da asintomatica a estremamente gravi . In generale più la malattia è avanzata o più posteriore è la proliferazione al momento dell’involuzione più gravi sono le seguenti cicatriziali.

Noi dello studio “Rapisarda Oculisti”, da sempre ci occupiamo dello studio dei piccoli bambini nati prematuri con l’utilizzo di strumentazione di ultimissima generazione.


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