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Tag: SARS-Cov-2

24 Marzo 2020

Da aprile 2012 al 13 ottobre 2015 sono stati notificati complessivamente all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) 1 616 casi umani di infezione da un nuovo coronavirus (Mers CoV) e almeno 624 decessi. Dal 27 agosto al 13 ottobre 2015 sono stati notificati nuovi casi di infezione e decessi in Arabia Saudita (90 casi e 41 decessi), in Giordania (14 casi e 7 decessi) e in Kuwait (1 caso, deceduto). Per maggiori informazioni leggi il Rapid risk assessment del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Ecdc, “Severe respiratory disease associated with Middle East respiratory syndrome coronavirus, 21st update” (pdf 1 Mb, 21 ottobre 2015).

 

La maggior parte dei casi si è verificata in Paesi del Medio Oriente (Giordania, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Yemen, Egitto, Libano e Iran). Casi con storia di viaggi in Medio Oriente o di contatto diretto con casi confermati o probabili che, a loro volta, avevano viaggiato in queste zone, sono stati segnalati in numerosi Paesi (Austria, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Olanda, Grecia, Turchia, Algeria, Tunisia, Malesia, Filippine, Sud Corea e Stati Uniti). Per maggiori informazioni vedi le mappe, le curve epidemiche e gli aggiornamenti pubblicati dall’Oms.

 

Trasmissione in Medio Oriente

L’incidenza dei casi umani di infezione da Mers CoV era in aumento tra dicembre 2014 e febbraio 2015 in Medio Oriente, in particolare in Arabia Saudita. Questo era stato in parte attribuito ad un possibile andamento stagionale dell’infezione, dato che un aumento nell’incidenza della patologia era stato registrato anche nei primi mesi del 2014. Per maggiori informazioni leggi il rapid risk assessment Ecdc, pdf 2,1 Mb, 23 febbraio 2015), il rapid risk assessment (pdf 618 kb) Ecdc dell’8 marzo 2015 e l’approfondimento prodotto dall’Ufficio regionale del Mediterraneo Orientale dell’Oms (Who Weekly Epidemiological Monitor, pdf 251 kb) del 10 maggio 2015.

 

Un aumento di nuovi casi di infezione da Mers CoV è stato registrato anche dal mese di agosto 2015. Questo è stato un evento inatteso, principalmente dovuto ad una epidemia nosocomiale nella città di Riyadh (Arabia Saudita). Dal 27 agosto al 13 ottobre 2015 sono stati notificati 67 nuovi casi di infezione nella città, di cui 19 in operatori sanitari. Per maggiori informazioni leggi l’approfondimento dedicato nel Who Weekly Epidemiological Monitor (pdf 493 kb) del 16 agosto 2015, il rapid risk assessment Ecdc (pdf 861 Kb, 27 agosto 2015) e il rapid risk assessment Ecdc (pdf 1 Mb, 21 ottobre 2015).

 

Tra il 26 agosto e il 13 ottobre 2015 la Giordania ha notificato 16 casi di infezione umana da Mers Cov e 7 decessi. È probabile che i casi si siano infettati nella città di Amman. Il recente focolaio di infezione umana da Mers CoV in Giordania non è inaspettato anche se è motivo di preoccupazione. Il ruolo degli ospedali come amplificatori dell’infezione è ormai ben noto e anche in Giordania l’epidemia si concentra sugli ospedali della capitale Amman. Infatti, la maggior parte dei casi di questo focolaio ha riferito di essere stata esposta ad un ospedale che aveva ricoverato un caso confermato di Mers CoV. L’Ecdc afferma che il rischio di importazione di casi di Mers Cov dalla Giordania nell’Unione europea rimane basso. Per maggiori informazioni consulta il Rapid risk assessment “Severe respiratory disease associated with Middle East respiratory syndrome coronavirus, 21st update” (pdf 1 Mb, 21 ottobre 2015).

 

Focolaio epidemico in Corea del Sud

Il 20 maggio 2015, è stato notificato all’Oms il caso indice di un focolaio di infezione da Mers CoV in Corea del Sud dove sono stati confermati 185 casi umani di infezione da Mers CoV e 36 decessi. L’ultimo caso di infezione è stato confermato in laboratorio il 4 luglio 2015. È stata documentata una trasmissione nosocomiale, ma non è stata evidenziata una trasmissione sostenuta del virus nella popolazione generale. L’epidemia ha coinvolto 15 strutture sanitarie. Per maggiori informazioni leggi gli aggiornamenti sul sito dell’Oms e il Rapid risk assessment “Severe respiratory disease associated with Middle East respiratory syndrome coronavirus, 21st update” (pdf 1 Mb, 21 ottobre 2015).

 

Il 26 maggio 2015 un caso epidemiologicamente collegato al cluster suddetto, e successivamente confermato, ha viaggiato dalla Corea del Sud alla Cina (Guandong). Per maggiori informazioni leggi il relativo “situation assessment” pubblicato dall’Oms il 2 giugno 2015.

 

Il 3 settembre 2015, a seguito del decimo incontro, il comitato di emergenza del Regolamento Sanitario Internazionale ha confermato che l’infezione umana da Mers CoV non costituisce un’emergenza di sanità pubblica internazionale. L’Oms non raccomanda di eseguire alcun test ai viaggiatori nei punti di ingresso, né di esercitare restrizioni a viaggi o a rotte commerciali.

 

Gli esperti dell’Ecdc, confermano che l’epidemia di Mers CoV pone un rischio basso per l’Unione europea (Eu). Considerando l’elevato numero di persone che viaggiano tra Europa e Medio Oriente, è considerato tuttavia possibile il riscontro di casi sporadici, importati, di Mers CoV in Europa. Leggi il rapid risk assessment Ecdc (pdf 836 Kb, 11 giugno 2015), il rapid risk assessment Ecdc (pdf 861 Kb, 27 agosto 2015),il Rapid risk assessment Ecdc (pdf 1 Mb, 21 ottobre 2015), la dichiarazione del Comitato di Sicurezza Sanitario (Health Security Committee) “Mers-CoV infection advice with regard to travelling” (4 agosto 2015), la dischiarazione Oms ” WHO statement on the tenth meeting of the IHR Emergency Committee regarding MERS” del 3 settembre 2015.

 

La fonte di infezione e la modalità di trasmissione di Mers CoV non sono state ancora confermate. L’ipotesi più verosimile, ancora in fase di studio, è che i dromedari rappresentino un serbatoio del virus e la possibile fonte di infezione umana. Tuttavia, sebbene sia considerato probabile che la trasmissione zoonotica sia il punto di partenza della maggior parte dei cluster osservati, la via di trasmissione più frequentemente documentata è stata quella interumana. La maggior parte dei casi documentati si è infatti verificata nel contesto di epidemie nosocomiali in Arabia Saudita, Emirati Arabi e Corea del Sud. Per maggiori informazioni sulle caratteristiche cliniche ed epidemiologiche dell’infezione da Mers Cov leggi il rapid risk assessment Ecdc (pdf 861 Kb, 27 agosto 2015) e il Rapid risk assessment Ecdc (pdf 1 Mb, 21 ottobre 2015).

 

Leggi anche i precedenti rapid risk assessment Ecdc e il documento Oms “Middle East respiratory syndrome coronavirus (Mers-CoV): Summary of Current Situation, Literature Update and Risk Assessment–as of 5 February 2015” (pdf 239 kb) che fornisce maggiori dettagli sui casi primari e i cluster nosocomiali e familiari notificati da giugno 2014, aggiornando la valutazione del rischio e le raccomandazioni.

 

Leggi anche:

Le raccomandazioni internazionali

 

Nella valutazione del rischio dell’Oms “Middle East respiratory syndrome coronavirus (Mers-CoV): Summary of Current Situation, Literature Update and Risk Assessment–as of 5 February 2015” (pdf 239 kb) si raccomandano indagini epidemiologiche urgenti volte comprendere meglio le modalità di trasmissione di Mers CoV sia in natura che in ambito nosocomiale. L’Oms consiglia inoltre una rigorosa applicazione delle misure di prevenzione e controllo delle infezioni respiratorie per prevenire la trasmissione nosocomiale di questo virus.

L’Oms non raccomanda di eseguire alcun test ai viaggiatori nei punti di ingresso dei Paesi membri né, attualmente, alcuna restrizione a viaggi o a rotte commerciali.

(fonte: Middle East respiratory syndrome coronavirus – Saudi Arabia, 26 febbraio 2015 “situation assessment” Oms, 2 giugno 2015).

Nell’Unione Europea, il Comitato di Sicurezza Sanitario (Health Security Committee) ha rilasciato il 4 agosto 2015 la dichiarazione “Mers-CoV infection advice with regard to travelling” in cui vengono esplicitate raccomandazione per i viaggiatori internazionali.

 

Raccomandazioni per il pellegrinaggio annuale alla Mecca

Ogni anno, il pellegrinaggio alla Mecca (Hajj) prevede un afflusso di oltre 3 milioni di persone verso l’Arabia Saudita. Per questo motivo Oms ed Ecdc incoraggiano gli Stati membri a seguire le raccomandazioni di viaggio per i pellegrinaggi, a continuare la sorveglianza delle infezioni respiratorie acute e di controllare con attenzione eventuali segnali insoliti.

 

Importante rimane seguire le generali precauzioni volte a limitare il rischio di infezioni tra cui: lavare frequentemente le mani con acqua e sapone, evitare il consumo di carne poco cotta e latte non pastorizzato (specialmente se di camelidi), consumare frutta e verdura solo se adeguatamente lavata, evitare contatti non necessari con animali (in particolare camelidi), adottare idonee precauzioni in caso di contatto stretto con persone affette da sindromi respiratorie acute, diarrea o altre possibili patologie infettive, contattare il proprio medico se affetti da condizioni mediche pre-esistenti (ad esempio diabete, patologie croniche renali o polmonari) che possano aumentare il rischio di malattia o complicanze e/o se si ha avuto un contatto con strutture sanitarie durante il viaggio. Ecdc raccomanda inoltre ai viaggiatori di non viaggiare se affetti da una patologia infettiva acuta e di informare anticipatamente il personale sanitario del possibile rischio di esposizione a Mers Cov nel caso in cui, al rientro in Ue, si sviluppino sintomi respiratori o diarrea (Updated Rapid Risk Assessment, Ecdc, 24 aprile 2014, pdf 1,1 Mb; Updated Rapid Risk Assessment, Ecdc, 31 maggio 2014, pdf 2 Mb; Updated Rapid Risk Assessment, Ecdc, 21 agosto 2014, pdf 1,5 Mb).

 

Per approfondire leggi:

Informazioni generali

Aggiornamenti epidemiologici

Recenti valutazioni del rischio

Consigli per viaggiatori e pellegrini

Pubblicazioni

 

Per maggiori informazioni su tutti i Coronavirus clicca al seguente link: https://www.rapisardaoculisti.it/cosa-sono-i-coronavirus/

Fonte: Questo articolo è stato estrapolato dall’Istituto superiori di Sanità “ISS” al seguente sito web

https://www.epicentro.iss.it/infettive/Coronavirus2013

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18 Marzo 2020

 

Attenzione

In queste pagine si parla di una situazione in rapida evoluzione e quindi le informazioni potrebbero non risultare sempre allineate con i dati e le informazioni più recenti disponibili.

L’11 marzo 2020 il Consiglio dei Ministri ha varato il DPCM “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale” in cui si dispone la chiusura delle attività commerciali e i servizi alla persona, salvo quelle indicate negli allegati 1 e 2. Il testo integra i DPCM precedenti, dell’8 marzo e del 9 marzo e ha valore su tutto il territorio nazionale.

 

I primi provvedimenti

Il ministro della Salute, il 22 gennaio 2020, ha riunito una task force per coordinare, in raccordo continuo con le istituzioni internazionali competenti, gli interventi nel nostro Paese. La task force è composta dalla Direzione generale per la prevenzione, dalle altre direzioni competenti, dai Carabinieri dei NAS, dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, dall’Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera), dall’Agenzia italiana del Farmaco, dall’Agenas e dal Consigliere diplomatico.

 

Il 31 gennaio 2020, subito dopo che l’OMS ha sancito l’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale, il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria per l’epidemia da nuovo coronavirus, attivando tutti gli strumenti normativi precauzionali previsti in Italia in questi casi. Dopo la conferma dei primi 2 casi in Italia, il Governo ha ritenuto opportuno interrompere i collegamenti aerei con la Cina.

 

Inoltre, è stato attivato il numero di pubblica utilità 1500 dove operatori sanitari appositamente formati e mediatori culturali forniscono, 24 ore su 24, risposte alle domande dei cittadini e sono state diffuse locandine informative con consigli di prevenzione negli aeroporti.

 

In Italia la Circolare ministeriale del 22 gennaio 2020, n.1997, ha stabilito l’attivazione del sistema di sorveglianza dei casi sospetti di infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Il coordinamento della sorveglianza è affidato all’ISS che raccoglie le segnalazioni dalle Regioni attraverso una piattaforma web dedicata. Le definizioni di caso e gli aspetti diagnostici di laboratorio sono in continua evoluzione e fanno riferimento all’ultima Circolare ministeriale disponibile. Consulta la pagina dedicata alla sorveglianza nazionale.

 

Sebbene ad oggi non siano state documentate trasmissioni di SARS-CoV-2 mediante la trasfusione di emocomponenti labili, di organi, tessuti e cellule e il rischio non sia attualmente noto, il Centro Nazionale Sangue (CNS) dell’ISS e il Centro nazionale Trapianti (CNT) hanno attivato misure di prevenzione precauzionali per il sistema trasfusionale e sui donatori segnalati nelle Regioni italiane che hanno registrato casi di contagio.

 

Dove consultare i dati

Con l’ordinanza del n. 640 del 27 febbraio 2020, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dal 28 febbraio, coordina un sistema di sorveglianza che integra a livello individuale i dati microbiologici ed epidemiologici forniti dalle Regioni e Provincie Autonome (PA) e dal Laboratorio nazionale di riferimento per SARS-CoV-2 dell’ISS. Ogni giorno un’infografica dedicata riporta – con grafici, mappe e tabelle – una descrizione della diffusione nel tempo e nello spazio dell’epidemia di COVID-19 in Italia e una descrizione delle caratteristiche delle persone affette. Ogni martedì e venerdì viene pubblicato anche un bollettino che, in maniera più estesa, approfondisce le informazioni raccolte.

I dati sui contagiati, sui decessi, sulle persone guarite e sulla distribuzione regionale del focolaio in corso nel nostro Paese sono resi disponibili sul sito del ministero della Salute, in sinergia con le informazioni disponibili dalla Protezione Civile.

Si sottolinea i casi sospetti per COVID-19 vengono inizialmente testati presso i laboratori di riferimento individuati dalle Regioni e dalle PA. Sui casi che risultano positivi l’ISS effettua test di conferma all’infezione da SARS-CoV-2, come indicato nelle circolari ministeriali del 22, del 27 gennaio 2020 e del 22 febbraio 2020. Solo quelli risultati positivi al secondo test sono casi “confermati” e inviati alle autorità sanitarie internazionali (ECDC e OMS).

 

Quando si consultano i dati italiani riportati sui siti delle istituzioni internazionali bisogna considerare che il processo di validazione e conferma dei casi può causare un ritardo e dunque un non sincronismo delle informazioni disponibili a livello locale e sui siti degli organismi internazionali. Tuttavia si sottolinea che, indipendentemente dal flusso di pubblicazione dei dati, le istituzioni nazionali e internazionali sono in stretto contatto e aggiornate in tempo reale.

 

Il focolaio italiano: i primi casi

I primi casi da infezione da COVID-19 nel nostro Paese sono stati confermati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) il 30 gennaio 2020. Si trattava di due turisti cinesi ricoverati dal 29 gennaio all’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”. Le Autorità sanitarie regionali hanno attuato tutte le misure per tracciare i contatti in via precauzionale, in accordo con le misure già definite dal ministero della Salute. Tutte le Regioni italiane, sulla base della circolare ministeriale, si sono attivate nella valutazione di casi sospetti. Tutti i contatti sono risultati negativi.

 

Il 21 febbraio 2020, l’ISS ha confermato il primo caso autoctono in Italia (risultato positivo all’Ospedale Sacco di Milano), primo caso di trasmissione locale di infezione da nuovo coronavirus. La Regione Lombardia, in stretta collaborazione con ISS e Ministero della Salute, ha avviato le indagini sui contatti dei pazienti al fine di prendere le necessarie misure di prevenzione e identificare i casi di trasmissione autoctona.

Per maggiori informazioni su tutti i Coronavirus clicca al seguente link: https://www.rapisardaoculisti.it/cosa-sono-i-coronavirus/

Fonte: Questo articolo è stato estrapolato dall’Istituto superiori di Sanità “ISS” al seguente sito web:

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-italia

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16 Marzo 2020

I coronavirus (CoV) sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratory syndrome) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe acute respiratory syndrome). Sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie.

 

I coronavirus sono comuni in molte specie animali (come i cammelli e i pipistrelli) ma in alcuni casi, se pur raramente, possono evolversi e infettare l’uomo per poi diffondersi nella popolazione. Un nuovo coronavirus è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo.

 

I coronavirus umani conosciuti ad oggi, comuni in tutto il mondo, sono sette, alcuni identificati diversi anni fa (i primi a metà degli anni Sessanta) e alcuni identificati nel nuovo millennio.

 

Coronavirus umani comuni

1 – 229E (coronavirus alpha)

2 – NL63 (coronavirus alpha)

3 – OC43 (coronavirus beta)

4 – HKU1 (coronavirus beta)

 

Altri coronavirus umani

5 – MERS-CoV (il coronavirus beta che causa la Middle East respiratory syndrome)

6 – SARS-CoV (il coronavirus beta che causa la Severe acute respiratory syndrome)

7 – SARS-CoV-2 (il coronavirus che che causa la COVID-19)

SARS-CoV-2

Il 9 gennaio 2020 l’OMS ha dichiarato che le autorità sanitarie cinesi hanno individuato un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato prima nell’uomo, provvisoriamente chiamato 2019-nCoV e classificato in seguito ufficialmente con il nome di SARS-CoV-2. Il virus è associato a un focolaio di casi di polmonite registrati a partire dal 31 dicembre 2019 nella città di Wuhan, nella Cina centrale. L’11 febbraio, l’OMS ha annunciato che la malattia respiratoria causata dal nuovo coronavirus è stata chiamata COVID-19 (Corona Virus Disease). Attenzione: in queste pagine si parla di una situazione in rapida evoluzione e quindi le informazioni potrebbero non risultare sempre allineate con i dati e le informazioni più recenti disponibili.

MERS-CoV

La sindrome respiratoria mediorientale (Middle East respiratory syndrome) dovuta a coronavirus è stata registrata per la prima volta in Arabia saudita nel 2012. Da allora, l’infezione ha colpito persone da oltre 25 Paesi anche se tutti i casi sono stati collegati a Paesi interni o nelle vicinanze della penisola arabica. Attenzione: su EpiCentro sono riportate pagine relative all’epidemia mondiale registrata nel 2012 e negli anni subito successivi e fanno riferimento a una situazione di contesto diversa da quella attuale e potrebbero risultare non aggiornate.

SARS-CoV

La sindrome respiratoria acuta grave (Severe acute respiratory syndrome) dovuta a coronavirus è stata registrata per la prima volta in Cina a novembre 2002. Ha causato un’epidemia mondiale che tra il 2002 e il 2003 ha registrato 8098 casi probabili di cui 774 decessi. Dal 2004 non si sono registrati casi di infezione da SARS-CoV in nessuna parte del modo. Attenzione: su EpiCentro sono riportate pagine relative all’epidemia del 2003 che fanno riferimento a una situazione di contesto diversa da quella attuale e potrebbero risultare non aggiornate.

 

Fonte: Questo articolo è stato estrapolato dall’Istituto superiori di Sanità “ISS” al seguente sito web  https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/cosa-sono

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